Prima che un farmaco possa giungere sul mercato occorrono anni di costose sperimentazioni cliniche che spesso erodono la durata della effettiva protezione brevettuale per un nuovo medicinale.

I certificati di protezione complementare (SPC) sono stati introdotti nella normativa europea per consentire al titolare di un brevetto relativo ad un nuovo farmaco, un nuovo metodo per la sua produzione o un suo nuovo uso di ottenere una protezione sufficiente a compensare gli sforzi economici sostenuti per lo sviluppo di un nuovo medicinale, tenendo in considerazione anche gli interessi della salute pubblica.

I SPC consentono pertanto di prolungare la tutela garantita da un brevetto ad uno specifico prodotto oggetto di una autorizzazione all’immissione in commercio, fino ad un massimo di cinque anni.