Ripartire (anche) dal Brand

Il Coronavirus ha modificato profondamente i nostri stili di vita personale e professionale, ponendoci di fronte a nuovi scenari e sfide.

In queste settimane, molte imprese stanno sperimentando una “pausa forzata” ed un forte rallentamento della loro attività, se non addirittura un blocco. Altre stanno modificando il proprio core business per far fronte a nuovi bisogni; tutte o quasi attuano, almeno in parte, modalità di lavoro smart.

È certamente un momento difficile e drammatico: queste pause forzate alle quali siamo costretti possono essere anche, ma non solo, sfruttate per ripensare la propria presenza e immagine su un mercato che, giocoforza, oggi è profondamente mutato (nuovi stili di vita, abitudini e consumi, diversi canali di approvvigionamento, comunicazione, formazione, lavoro ecc.) e che, inevitabilmente, si ritroverà cambiato anche dopo l’emergenza.

Progettare -con fiducia e concretezza- il futuro dell’impresa significa anzitutto mantenere viva nel consumatore la brand awareness ma anche “investire” nel brand, possibilmente associandolo al know-how e all’innovazione, perché possa rappresentare uno strumento forte per la ripartenza.

Esempi virtuosi in tal senso sono certamente quegli imprenditori che hanno caricato il proprio brand di valore (positivo) dimostrando, in diversi modi, attenzione, vicinanza ed aiuto concreto al personale sanitario, ai malati, ai dipendenti, ai fornitori, ai clienti e ai consumatori tutti, e si sono fatti protagonisti e portavoce di valori fondanti quali salute, sicurezza, tutela ambientale, solidarietà, volontariato, raccolte fondi, flessibilità, lavoro agile, problem solving e così via.

Strategico anche il restyling (temporaneo) di alcuni marchi. Pensiamo, per esempio, alla M di McDonald’s coperta dalla mascherina, ai quattro cerchi di Audi che si distanziano o al jingle di HARIBO da cantare per lavarsi bene le mani, al lancio di nuovi claims e hashtags quali “Ripartiamo da Casa” di Ikea e #chileggenonsiferma di Feltrinelli, fino ad arrivare alla registrazione del marchio CORONAVIRUS da parte di un’azienda che, apponendolo su una vasta gamma di oggetti di merchandising, con il ricavato finanzia le cure dei malati di Covid-19 all’Ospedale Spallanzani di Roma.

Ripartire domani vuol dire interpretare oggi la nuova emergenza esprimendo vicinanza e fiducia, ma anche dando risposte serie e concrete, per quanto possibile, ai nuovi stili di vita, alle nuove esigenze e priorità delle persone, entrando in empatia con la realtà circostante.

Un brand empatico, rassicurante e che ha saputo raccogliere la grande sfida che questa emergenza ha lanciato, rinnovandosi ed adattandosi alle esigenze del “nuovo” consumatore, sarà certamente premiato dal mercato.

Non va, tuttavia, dimenticato che più che mai in questo tempo di “isolamento forzato”, il digitale è il vero protagonista di ogni forma di comunicazione, compresa quella informativa, promozionale e pubblicitaria. Investire nel proprio brand, quindi, oggi significa anche tenere monitorata la reputazione online ed eventuali abusi sorvegliando il web con appositi strumenti di monitoraggio e pianificando, laddove necessario e possibile, interventi di correzione e/o rimozione delle violazioni. Le insidie della rete sono molteplici e non risparmiano i più.

Lo Studio Torta, con il servizio CheckYourBrand, è al fianco delle imprese, con la piena e massima operatività anche a distanza, per affrontare insieme questo periodo di difficoltà e per vincere insieme la grande sfida della ripartenza.

Chiara Luzzato

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