Il marchio storico di interesse nazionale “si arricchisce” del logo
Il c.d. marchio storico di interesse nazionale è prossimo ad essere operativo e potranno beneficiarne quelle aziende italiane che hanno fatto, e continuano a fare, la “storia” dell’imprenditoria made in Italy.
Dopo il c.d. Decreto Crescita di aprile 2019 che ha introdotto, inter alia, il «marchio storico di interesse nazionale», con il decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 gennaio u.s. è stato creato il logo che lo rappresenta: una raffigurazione dello Stivale d’Italia superiormente circondata dalla parola “marchio” ed inferiormente dal termine “storico”.
Presto, quindi, potranno fregiarsi di tale simbolo e riconoscimento, affiancandolo ai propri brand, i titolari o i licenziatari esclusivi di marchi d’impresa registrati da almeno 50 anni o per i quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno 50 anni in associazione a prodotti o servizi di un’impresa produttiva nazionale “di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale”.
L’acquisizione del marchio, tuttavia, non sarà automatica ma soggetta ad apposita iscrizione nel Registro speciale dei marchi storici istituito presso l’UIBM. Siamo ora in attesa dell’emanazione del decreto direttoriale che ne fisserà la data di entrata in vigore ed ulteriori dettagli procedurali. Sembra comunque che l’esame delle domande si concluderà entro pochi mesi dalla loro presentazione.
Il marchio storico rappresenta una nuova ed ulteriore opportunità per le imprese che abbiano i requisiti previsti dal legislatore perché potranno fregiarsi di una certificazione utile ad accrescere la propria immagine sul mercato.
Oltre ad ottenere uno strumento idoneo a valorizzare l’«italianità» di prodotti e servizi, le imprese beneficeranno anche di un fondo ad hoc per la tutela dei marchi storici di interesse nazionale volto a salvaguardare l’occupazione e la produzione in Italia.
Ai vantaggi, tuttavia, fanno da contrappeso gli oneri di comunicazione ed informativa previsti dalla legge. Infatti l’impresa titolare o licenziataria di un marchio storico di interesse nazionale che intenda chiudere il sito produttivo principale (o delocalizzare) e procedere ad un licenziamento collettivo deve darne tempestiva comunicazione al Ministero dello sviluppo economico fornendo dettagliate informazioni circa il progetto di chiusura o di delocalizzazione dello stabilimento e, in particolare:
a) i motivi economici, finanziari o tecnici del progetto di chiusura o delocalizzazione;
b) le azioni tese a ridurre gli impatti occupazionali;
c) le azioni che intende intraprendere per trovare un acquirente;
d) le opportunità per i dipendenti di presentare un’offerta pubblica di acquisto.
La violazione di detti obblighi di comunicazione ed informativa comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000,00 euro a 50.000,00 euro.
È dunque evidente che prima di procedere con la richiesta di iscrizione nel “Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale”, quando disponibile, le aziende interessate dovranno valutare attentamente i “pros and cons” anche con l’aiuto del proprio consulente.
In termini generali, si potranno fare considerazioni di valore più circostanziate una volta che sarà definita l’operatività dello strumento proposto e dipanate le rimanenti incertezze.
Chiara Luzzato
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