Opt-out: la prospettiva dei titolari italiani
All’indomani dell’apertura della sezione milanese della divisione centrale dell’UPC, ci siamo interrogati sull’approccio adottato finora dai titolari italiani di brevetti in materia di opt-out.
Cominciamo riassumendo brevemente il significato di “opt-out”.
In linea generale, la corte unificata ha giurisdizione esclusiva sui brevetti europei con effetto unitario.
L’UPC ha anche giurisdizione sui brevetti europei “classici”, per i quali è stata eseguita la tradizionale procedura di convalida nazionale. Tuttavia, per un periodo transitorio di sette anni dall’entrata in vigore dell’accordo UPC, per i brevetti europei “classici” è ancora possibile promuovere azioni di contraffazione o di revoca presso i tribunali nazionali o le altre autorità nazionali competenti.
La richiesta di opt-out serve quindi a rimuovere un brevetto europeo “classico” dalla giurisdizione dell’UPC, a condizione che per tale brevetto non sia già stata intentata un’azione dinanzi all’UPC. La richiesta di opt-out può anche essere ritirata, soltanto una volta.
Come si può osservare dall’istogramma riportato di seguito, nonostante un’iniziale e percepibile apprensione dei titolari italiani nei confronti della corte unificata, il numero degli opt-out registrati negli ultimi mesi è sensibilmente diminuito. (Occorre precisare, tuttavia, che la colonna relativa a giugno 2023 tiene conto anche delle richieste di opt-out risalenti ai tre mesi del “sunrise period” precedenti al 1° giugno 2023).
Allo stesso tempo, dall’istogramma sottostante risulta chiaro che il numero di revoche di richieste di opt-out da parte dei titolari italiani è in aumento.
Comparando i due grafici, sembra emergere un crescente livello di fiducia dei soggetti di nazionalità italiana verso la corte unificata.
Sarà forse merito della giurisprudenza prodotta finora e del fatto che alcune questioni procedurali e sostanziali sono state almeno parzialmente risolte? O forse per noi italiani si tratta di avere finalmente una sezione della divisione centrale nel bel paese e di percepire di poter in qualche modo giocare in casa?
Ancora una volta, non ci resta che attendere gli sviluppi futuri.
Un ringraziamento speciale va a Simona Zanzola per aver ricercato i dati e averci aiutato ad interpretarli.