Il Sole 24 Ore: Smart working, il 40% degli studi ci scommette oltre l’emergenza

L’esperienza del lavoro a distanza non si è conclusa dopo il lockdown. Anche se in tanti, di fatto, sono da tempo tornati in ufficio, pur con le cautele della pandemia ancora in atto, l’idea di una diversa organizzazione del lavoro, più flessibile, comincia a farsi strada anche nell’organizzazione degli studi professionali. Il Sole 24 Ore ha dedicato un approfondimento al tema, intervistando alcuni protagonisti del settore e chiedendo loro una previsione sull’organizzazione lavorativa futura, oltre la fase emergenziale, prorogata al 31 marzo 2022.

Tra questi è stata intervistata anche la nostra HR manager Monica Ferramosca: «Il focus che ha caratterizzato il rientro si è incentrato per noi su come migliorare l’efficienza delle procedure nate in fase emergenziale che, essendosi rivelate efficaci, intendiamo mantenere adattandole a una modalità di lavoro ibrida che abbiamo scelto di sperimentare nel periodo compreso tra ottobre 2021 e giugno 2022. Se il test restituirà esito positivo, diventerà una modalità di lavoro permanente che non è escluso possa un giorno evolvere verso lo smart working vero e proprio, basato quindi non sull’orario di lavoro, ma su micro obiettivi».

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